La teoria dell’attaccamento di John Bowlby, è una teoria fondamentale per il mio approccio alla psicoterapia, poiché è la base dello sviluppo dei legami significativi in ogni essere umano.

La teoria dell’attaccamento definisce l’essere umano come dotato di una predisposizione innata a sviluppare relazioni di attaccamento con figure genitoriali primarie.

Lo scopo di tali relazioni, che si evidenziano dalla fine del primo anno di vita, è quello di garantire la sicurezza e la protezione nei confronti dei pericoli.

La teoria dell’attaccamento sostiene che il bisogno di protezione dai pericoli rappresenta per la nostra specie una motivazione primaria importante.

Un legame, per essere considerato relazione di attaccamento, deve avere almeno tre condizioni di base:

1) la ricerca della vicinanza tra la persona che richiede accudimento e la persona che offre attaccamento.

2) la presenza di reazioni di protesta di fronte alla separazione, cioè la manifestazione di “comportamenti di attaccamento” (proteste, grida, pianti) che hanno lo scopo di richiamare la figura di attaccamento quando si allontana o non è disponibile.

3) lo sviluppo di una “base sicura”, cioè deve esserci un clima di sicurezza e di fiducia nella relazione.

Il concetto di base sicura è un principio fondamentale per Bowlby: un bambino, per esplorare in modo sereno l’ambiente extrafamiliare, ha bisogno di sentirsi sicuro. Sicuro di poter ritornare “sapendo per certo che sarà il benvenuto, nutrito sul piano fisico ed emotivo, confortato se triste, rassicurato se spaventato” (Ainsworth, 1988).

Fornire una base sicura è quindi una delle caratteristiche principali dell’essere genitori. Offrire una base sicura vuol dire sostenere i figli nelle loro esperienze di autonomia, ma, quando necessario, intervenire per proteggerli, rassicurarli e accudirli.

Secondo Bowlby ogni individuo costruisce dei “modelli operativi del mondo e di se stesso con l’aiuto dei quali percepisce gli eventi, prevede il futuro e costruisce i propri programmi.

Questi “Modelli Operativi Interni” (Internal Working Models) sono rappresentazioni interne di se stessi, delle proprie figure d’attaccamento e dell’ambiente.

Si tratta di modelli di relazione che si sviluppano nei primi anni di vita e che si mantengono relativamente stabili nel tempo. I Modelli Operativi Interni vengono utilizzati per rapportarsi con gli altri.

Le esperienze passate, particolarmente quelle relative ai pericoli, possono essere conservate nel tempo generando aspettative e influenzano i comportamenti futuri.

I modelli rappresentativi interni possono essere “multipli”, in quanto legati a diverse relazioni (madre, padre, nonni, fratelli, altri adulti).

La qualità e le caratteristiche dell’attaccamento non si evidenziano solamente nelle situazioni di pericolo e di paura, ma anche in quelle in cui l’individuo può manifestare sicurezza, fiducia, curiosità e interesse nell’esplorazione dell’ambiente e nei confronti delle nuove esperienze.

Questa dimensione risulta particolarmente importante per la valutazione dell’attaccamento nella tarda infanzia e in preadolescenza.

La teoria dell’attaccamento è un concetto determinante per lo sviluppo delle relazioni dei primissimi anni di vita fino all’età adulta poiché definisce il tipo di relazione che si è instaurato con le proprie figure di riferimento e le aspettative che si creano nelle relazioni con gli altri.

Il tipo di attaccamento nei bambini e la storia di attaccamento negli adolescenti e adulti è un aspetto fondamentale da indagare nel processo psicoterapeutico poiché permette di capire le relazioni e le aspettative nei confronti si se stessi e degli altri.

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